auguri papà!

oggi ti presento il mio papà
Quando ero piccina ho sempre nutrito un amore grande per il mio papà. Lo vedevo come il mio Principe Azzurro, le sue mani grandi e profumate mi facevano sentire a casa. Con il passare del tempo, da Principe Azzurro, ha iniziato ad assumere sempre più le sembianze di un Mago: spesso gli bastava ascoltare in che modo abbassavo la maniglia della porta per capire al volo il mio stato d’animo e i miei sentimenti.
Durante l’adolescenza stava per ore a raccontarmi la sua vita ed a filosofeggiare tentando di farmi capire gli errori che stavo commettendo. Spesso i suoi insegnamenti erano trasmessi per mezzo di metafore così ben articolate, che l’unica cosa che riuscivo a fare ascoltandolo, era piangere… Mi toccava veramente nel profondo. Papà è sempre stato un uomo dall’immensa profondità e sensibilità. Ha sofferto tanto da giovane e ha sempre voluto soltanto il meglio per me e la nostra famiglia.
Ho sempre amato la sua genialità: lui crea, crea e crea ancora. Ha una mente imprenditoriale come non se ne vedono tutti i giorni. Purtroppo questo grande Mago ha un punto debole, un mostro in grado di paralizzarlo e far sì che i suoi progetti rimangano chiusi in un cassetto: questo mostro si chiama dislessia e lo accompagna da sempre.
Per questo non voleva che pure io lasciassi i miei sogni chiusi in un cassetto, voleva che gli dessi vita. Lui ha sempre creduto in me e nei miei sogni, mi ha sempre stimolato ad evolvermi ed a realizzarmi. Quando ho deciso di aprire la mia attività ricordo la reazione di mia mamma: era spaventata. Mio papà per niente, mi ha accompagnato in questa avventura appoggiandomi in tutto e per tutto. Voleva soltanto che io fossi felice.
Lui è un pezzo fondamentale del mio essere ed oggi mi sento di dirgli questo: Ti sono grata papà, sono la figlia più fortunata del mondo ad averti. Ti voglio bene! La tua Elly.
Auguro a tutti i papà che leggeranno questo post una buona festa dei papà!

Colui che genera un figlio non è ancora un padre, un padre è colui che genera un figlio e se ne rende degno
Fëdor Dostoevskij